NABA
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CORALINE

Che cosa rimane quando non ci sono più colori? Quando la prospettiva si azzera e la propria adolescenza viene fagocitata velocemente da un mostro tanto subdolo quanto tristemente conosciuto: i disturbi alimentari. Sempre più sottile, sempre meno cibo, sempre meno interazioni umane e tanto silenzio: questo è lo scandire delle giornate. Coraline diventa quindi, non solo una capsule, ma anche la personificazione di un percorso scritto a ritroso, una volta digerito e compreso. Coraline copre il suo corpo sottile con coprispalla pesanti, opachi, rigidi, come a salvare un proprio spazio vitale sempre più ristretto. I disturbi alimentari sono infatti malattie silenziose che penetrano la superficie uscendo allo scoperto poco alla volta come negli shibori della capsule. Una speranza però c’è. La stessa che vive nella paura. Un bagliore che si tinge di rosso che ogni tanto fa capolino nel nero, dove ogni luce viene assorbita. La capsule è infatti costituita da cappe in tessuti pesanti che coprono il corpo proteggendolo dall’esterno. Lo stesso però viene lasciato scoperto e nudo di fronte agli altri e a noi stessi grazie a capi leggeri e trasparenti, come pantaloni oversize, vestiti lunghi o in lana lavorata in una maglia a uncinetto. Tutti i tessuti e materiali sono provenienti da
deadstock, rigenerati o recuperati da pezzature fallate. Inoltre alcuni capi sono pensati per essere double- face o con più possibilità di indosso per aumentare la percentuale di utilizzi dello stesso.

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